La Toscana dei Lorena era una nazione piccola, ma culturalmente era tra le più titolate del mondo, all'avanguardia nella moda, nelle arti, nella musica e nella giurisprudenza europee. Fu il primo stato d'Europa a proibire la pena di morte, il secondo in Italia a stampare l'Encyclopédie degli illuministi (fu preceduto da Lucca, comunque in Toscana, anche se al di fuori dell'amministrazione lorenese) e fu un esempio fulgido di dispotismo illuminato che non temeva confronto con la Vienna dei fratelli absburgici e con la Russia di Caterina II. Firenze si impose come sfarzosa piazza teatrale e come attiva fucina di produzione musicale, capace di attirare i più valenti artisti (Campion e Lidarti erano stranieri) e di formare stimati compositori e musicisti, alcuni dei quali furono delle vere e proprie star locali, che non mancarono di affascinare i Sermolli. Guglielmi si trasferì ben presto all'estero, diventando quasi come un Roberto Benigni o un Mario Monicelli, un numero uno del suo campo, mentre Giuliani era una grande personalità toscana, quasi come Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni o Alessandro Benvenuti (a livello musicale potrebbe essere paragonato ai livornesi Bobo Rondelli o ai Licantropi).